Sulla scena da oltre 20 anni.
I Tri Per Dü si propongono come interpreti provenienti da varie esperienze musicali, accomunati dalla passione per una rielaborazione del repertorio tradizionale dei canti del popolo ticinese, attingendo a piene mani da altre culture musicali - come il cajun, lo swing e altre espressioni del folclore balcanico e sudamericano - proponendo un'inedita miscelanza di atmosfere. I membri del gruppo, pur non essendo tutti di origine propriamente contadina, hanno avuto (e hanno tuttora) attività legate ai cicli della terra; le loro proposte musicali attingono ad un vasto repertorio di canti tramandati oralmente negli spazi in cui il mondo rurale si manifesta: la cascina, l'osteria, i grotti. La locuzione "tri per dü" - che significa propriamente tre per due - gioca di proposito con il doppio senso di "tri perdü" (ossia tre persi..., non persiani) un "calembour" verbale che la dice lunga sulle proposte musicali e spettacolari del trio che spesso improvvisa scenette comiche e gag surreali per l'ilarità del pubblico che li segue con grande divertimento tanto che per descriverli sfodera aggettivi come prorompenti, istrionici, funambolici, irresistibili...
Un allegro trio di musica popolare orientato alla festa: Fredy Conrad (contrabbasso, chitarra, canto), Moreno Fontana (mandolino, chitarre, fisarmonica, canto) e Giorgio Valli (organetto, tres, canto). Con l'aggiunta di un quarto elemento - Peo Mazza (vihuela, percussioni, canto, primo supplente subentrante) - diventano il 'trio' più grande del mondo. All'occorrenza Tri Per Dü comprende pure una mini-formazione a duo. Tutti musicisti navigati, da alcuni decenni sulla scena, negli ultimi anni sono apparsi in trasmissioni di successo sui canali della RTSI Radiotelevisione della Svizzera italiana e alla SF Schweizer Fernsehen per approdare a trasmissioni nazional popolari come "È tutta un'altra musica" e "Festa in piazza" sulle emittenti italiane di Telelombardia e Antenna 3. Già battezzati simpaticamente "il meglio del peggio" interpretano in modo assai personale e molto 'swing' il repertorio tradizionale cisalpino-insubrico spruzzando sul tutto una manciata di sonorità etniche frammiste a timbriche dai sapori gitani e cubano-latineggianti.